Category: Notizie Smart Cells

Smart Cells International è orgogliosa di annunciare l’apertura del nuovo laboratorio di Dubai! E’ un passo importante che ci consente di offrire alle famiglie degli Emirati Arabi Uniti e del Golfo l’opportunità di conservare le cellule staminali provenienti dal sangue cordonale nel nostro nuovo laboratorio, una struttura all’avanguardia che svolgerà la funzione di hub centrale per la conservazione delle cellule staminali in tutta la regione del Golfo.

Smart Cells è negli Emirati Arabi Uniti ormai da oltre 20 anni, di fatto la prima azienda dedicata allo stoccaggio di cellule staminali negli Emirati.  Negli ultimi anni abbiamo assistito a un costante aumento d’interesse nei nostri servizi spinto da una notevole richiesta di soluzioni sanitarie avanzate. A tutto ciò si aggiunge il fatto che gli Emirati Arabi Uniti ospitano una fiorente comunità medica e pertanto la scelta di investire di più in quest’area rappresenta un passo nella giusta direzione.

L’apertura di questo nuovo laboratorio rafforza ulteriormente la nostra presenza a livello internazionale e ci aiuta nella missione di portare soluzioni terapeutiche cellulari all’avanguardia più vicine alle famiglie di tutto il mondo. Con questo passo, non solo siamo in grado di rendere la conservazione delle cellule staminali più accessibili, ma abbiamo anche la capacità senza pari di contribuire attivamente allo sviluppo di terapie avanzate e di partecipare a più studi clinici. In breve, il nostro nuovo laboratorio di Dubai sarà in grado di approfondire la ricerca sulle proprietà delle cellule staminali e, si spera, di aiutare a scoprire innovativi trattamenti futuri.

Smart Cells conserva le preziose cellule staminali da oltre 20 anni e, con il supporto della rete globale del Gruppo FamiCord, dispone di conoscenze e competenze senza pari nonché una tecnologia di prim’ordine. Il nostro nuovissimo laboratorio di Dubai è dotato delle tecnologie più recenti e avanzate che consentono un accurato processamento dei campioni unito alla massima sicurezza.

Il laboratorio Smart Cells di Dubai è autorizzato sia dalla Dubai Health Authority che dalla Dubai Healthcare City e si attiene ai più alti standard normativi.

Come per il laboratorio di Londra, l’ubicazione è stata scelta in una posizione strategica, a soli 15 minuti dall’aeroporto internazionale di Dubai.

Smart Cells non si limita a conservare le cellule staminali, ma siamo attivamente coinvolti in ricerche e studi clinici innovativi, ampliando i confini della medicina rigenerativa.

Per saperne di più

 

Dal nostro Direttore Scientifico, Dr. Ann Smith.

l trapianto di sangue cordonale è considerato un trattamento salvavita per molti pazienti affetti da malattie ematologiche (sangue e midollo osseo) maligne e non maligne.

World Cord Blood Day 2022 - Cancer immunotherapy using cord blood ...

Sebbene non vi sia consenso definitivo su quanto tempo esattamente possa essere conservato il sangue cordonale congelato, scienziati e medici di tutto il mondo sono dell’opinione che, se crioconservato e conservato correttamente, la conservazione può durare decenni o più. Il lavoro chiave intrapreso dal professor Hal Broxmeyer, un illustre leader mondiale nel campo delle terapie per il sangue cordonale, ha dimostrato un efficiente recupero delle cellule del sangue cordonale umano in laboratorio dopo tempi di conservazione di 5, 10, 15 e 23,5 anni. Più recentemente, da quando il professor Broxmeyer è purtroppo scomparso nel 2021, il suo gruppo ha continuato le indagini e nell’ottobre 2023 ha pubblicato dati che dimostrerebbero che le cellule staminali del sangue cordonale rimangono funzionalmente vitali 27 anni dopo che le cellule sono state crioconservate (1, 2, 3).

La conservazione del sangue cordonale è disponibile da poco più di 3 decenni, anche se nei primi 10 anni le unità congelate e conservate sono poche e, pertanto,  la ricerca è necessariamente limitata a tale periodo. Tuttavia, secondo quanto pubblicato dal laboratorio di Broxmeyer, la crioconservazione a lungo termine per almeno 27 anni non altera in modo significativo il numero e la funzionalità delle cellule staminali emopoietiche (per la produzione del sangue) critiche presenti nel sangue cordonale.

Realisticamente, solo negli ultimi 20 anni circa il trapianto con sangue cordonale è diventato un’opzione terapeutica pienamente accettata e gli esperti del settore sono fiduciosi che la conservazione e l’utilizzo del sangue cordonale possano continuare poiché esistono strategie terapeutiche ben definite oltre ad affinamenti e innovazioni in via di sviluppo (4, 5, 6). Ci si augura quindi che con il passare del tempo sia possibile utilizzare, a scopo terapeutico,  un numero maggiore di unità di sangue cordonale crioconservate a lungo termine.

Smart Cells utilizza tecnologie all’avanguardia per il processamento, la crioconservazione e il monitoraggio 24/7 dei campioni ottimizzando così la vitalità delle cellule staminali. Tutte le attività metaboliche nelle cellule vengono sospese una volta che queste vengono immerse in vapori di azoto liquido, a -170 gradi C,  e quindi, proprio per questo, non dovrebbero deteriorarsi. La maggior parte delle banche pubbliche e private nel mondo utilizza simili tecnologie già collaudate. Per quanto riguarda Smart Cells, l’intervallo più lungo intercorso tra la conservazione e lo scongelamento delle cellule in un’unità di sangue cordonale, poi somministrate a un paziente come trapianto, è di sei anni e il recupero cellulare e l’attecchimento si rivelarono adeguati. Smart Cells ad oggi non ha ancora ricevuto richieste di scongelamento relative a campioni conservati per un periodo superiore a questo.

Nell’ambito dell’Assicurazione Qualità e compliance aziendale, Smart Cells intraprende regolarmente studi di validazione per garantire che il trattamento, il congelamento e la conservazione del sangue cordonale siano efficienti e che i recuperi delle cellule staminali CD34+delle cellule totali nucleate e vitali siano soddisfacenti dopo lo scongelamento.

A condizione che le procedure di lavorazione, congelamento e scongelamento delle cellule staminali siano di alto livello, il fattore principale che potrebbe incidere sul recupero finale dopo lo scongelamento è relativo alla qualità originale del campione di sangue cordonale stesso. Una piccola percentuale di unità di sangue cordonale con vitalità inizialmente bassa potrebbe non resistere al processo di scongelamento allo stesso modo di un prodotto più robusto.

Le unità di sangue cordonale che hanno raggiunto una durata di conservazione di 27 anni (queste sono probabilmente le unità con un periodo di conservazione più lungo attualmente esistenti) sono rare e pertanto il lasso di tempo testato sarà allungato col passare del tempo, mentre studi clinici e di laboratorio serviranno a dimostrare, ci si augura, che le cellule staminali da sangue cordonale potranno mantenere la loro vitalità oltre i trent’anni. Per quanto riguarda invece la prova clinica, sarà necessario effettuare le necessarie verifiche in seguito all’effettivo trattamento in pazienti con unità di sangue cordonale conservate per decenni, ma ad oggi Smart Cells è allineata con l’attuale opinione degli esperti mondiali del settore.

Le principali sperimentazioni cliniche hanno dimostrato, ad oggi, l’efficacia del trattamento con cellule staminali cordonali, utilizzando campioni crio-conservati fino a 16 anni fa.

(1) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3100689/

(2) https://www.cell.com/cell-reports-medicine/fulltext/S2666-3791(23)00436-6?_returnURL=https%3A%2F%2Flinkinghub.elsevier.com%2Fretrieve%2Fpii%2FS2666379123004366%3Fshowall%3Dtrue

(3) https://parentsguidecordblood.org/en/news/how-long-can-cord-blood-be-stored

(4) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5442723/

(5) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7567024/

(6) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9985112/

(7) https://www.anthonynolan.org/help-save-a-life/donate-your-umbilical-cord/umbilical-cord-faqs

 

Scritto dal Direttore Scientifico di Smart Cells, Dr.ssa Ann Smith

 

La pandemia di Covid-19 ha dato il via a un’importante serie di ricerche in tutto il mondo su trattamenti innovativi che potrebbero combattere alcuni dei sintomi di questa malattia. La straordinaria versatilità delle cellule staminali mesenchimali (MSC) è stata sfruttata in più di 80 studi clinici nel trattamento dei pazienti Covid-19 (1).

La scienza e la ricerca sono progredite rapidamente dall’inizio della pandemia e le terapie con cellule staminali hanno dimostrato di essere sicure ed efficaci nel ridurre la sindrome da distress respiratorio acuto (SARDS) nei pazienti gravemente malati di Covid-19 (2). Questi studi clinici sfruttano il potenziale antinfiammatorio e immunomodulatore delle cellule mesenchimali (MSC) per tenere sotto controllo il danno polmonare causato dalla cosiddetta “tempesta di citochine” osservata in alcuni pazienti.

La tempesta di citochine è una reazione eccessiva del sistema immunitario del corpo in cui si verifica un sovraccarico di proteine chiamate citochine in risposta al virus. Ciò può causare danni devastanti ai polmoni e ad altri organi.

Il trattamento è semplice in linea di principio e si utilizzano da 1 a 3 dosi di MSC nei pazienti Covid. Le MSC viaggiano attraverso il flusso sanguigno per arrivare alle zone danneggiate e, grazie alla loro capacità unica di produrre alcune proteine chiave, aiutano il corpo a riparare i tessuti respiratori danneggiati.

La tecnologia prevede tipicamente l’estrazione e l’espansione di MSC in coltura cellulare poiché queste cellule possono crescere e aumentare rapidamente di numero. Il midollo osseo e il tessuto adiposo sono stati utilizzati come fonti di MSC, ma l’impiego di tessuto proveniente dal cordone ombelicale è frequente. Un singolo cordone ombelicale ha la capacità di produrre numerose cellule mesenchimali per trattare molti pazienti.

Diversi studi in doppio cieco in cui medici e pazienti non possono sapere chi abbia ricevuto l’effettiva infusione cellulare o solo un placebo hanno dimostrato che le infusioni di MSC da tessuto del cordone ombelicale utilizzato in pazienti Covid-19 con SARDS sono sicure. I trattamenti cellulari hanno anche dimostrato di essere efficaci nel ridurre la mortalità e i tempi di recupero nei pazienti gravemente malati (3).

La scienza ha continuato ad evolversi fino a scoprire diverse possibilità d’intervento su pazienti con complicazioni legate al post Covid. C’è un crescente interesse per il potenziale utilizzo di MSC in coloro che soffrono degli effetti debilitanti di post fibrosi polmonare da Covid. Le cicatrici del tessuto polmonare che ne derivano impediscono la normale funzione respiratoria e i pazienti più gravi necessitano continuamente di ossigeno. Poiché le MSC sono in grado di promuovere la guarigione nei tessuti e negli organi danneggiati, si spera che le loro proprietà rigenerative possano aiutare anche coloro che soffrono di problemi respiratori continuativi. Studi preclinici e clinici con MSC autologhe (proprie) o allogeniche (da donatore a ricevente) provenienti da midollo osseo, tessuto adiposo o tessuto del cordone ombelicale dimostrano che le cellule staminali possono alleviare la malattia polmonare fibrotica non covid riducendo l’infiammazione, rigenerando e rimodellando i tessuti danneggiati e riducendo la morte delle cellule polmonari (4). Il primo paziente ad aver beneficiato di questo trattamento è un soggetto con fibrosi polmonare post Covid, un trentenne gravemente malato che dipendeva dalla ventilazione meccanica. In seguito a una terapia di 30 giorni a base di MSC derivanti da tessuto cordonale (5), ha avuto un brillante recupero che gli ha permesso di venire dimesso dalla terapia intensiva.

Osservando il più ampio spettro di sintomi sperimentati da chi soffre di Long Covid, inclusi ma non limitati a affaticamento, dolore muscolare e debolezza e nebbia cerebrale, i ricercatori sostengono che il sistema immunitario continui a reagire in modo eccessivo anche se il virus è stato efficacemente eliminato. Gli anticorpi e le citochine possono continuare a danneggiare le cellule e i tessuti in tutto il corpo e i pazienti possono soffrire degli effetti dovuti a una continua infiammazione diffusa. Date le loro proprietà immunomodulatorie e antinfiammatorie, le MSC, possono rivelarsi efficaci nel ridurre questi sintomi debilitanti che possono incidere sulle attività quotidiane.

Una sperimentazione clinica è stata avviata da Hope Biosciences in Texas per determinare la sicurezza e l’efficacia della terapia MSC autologa derivata dal tessuto adiposo per i pazienti con sindrome post Covid. Questo studio autorizzato dalla FDA sta arruolando partecipanti risultati positivi ai test Covid PCR nei precedenti 24 mesi e che stanno vivendo una delle complicanze tipiche del Long Covid. I pazienti ricevono quattro infusioni di circa 200 milioni di MSC per dose (6, 7) nella speranza che il notevole potenziale di queste cellule staminali contribuisca ad alleviare i sintomi spesso debilitanti della condizione.

Le terapie avanzate con cellule staminali stanno diventando sempre più un punto di svolta nella medicina moderna, fornendo speranza per il trattamento di molte malattie nel presente e nel futuro e il Covid non fa eccezione. In sintesi, i risultati degli studi recenti e in corso supportano la rilevanza delle terapie basate su MSC nelle fasi acute di Covid-19, come è stato ampiamente riportato. Inoltre, sta emergendo un ruolo per le MSC nel trattamento delle complicanze fibrotiche critiche post Covid nonché nel Long Covid che affligge fino al 2% della popolazione nel Regno Unito secondo l’ONS (8).

Referenze:

  1. The Lancet
  2. stemcellsjournals.onlinelibrary.wiley.com
  3. The Lancet
  4. Natura
  5. Frontiere della medicina
  6. Clinici
  7. Speranza Bioscienze
  8. Office for National Statistics (Regno Unito)

 

 

A settembre 2020, il nostro Blog pubblicava un articolo sulla sclerosi multipla e quali fossero le opzioni terapeutiche. Da allora è stato fatto un ulteriore passo avanti e le cellule staminali svolgeranno un ruolo importante nelle terapie del futuro.

Durante un recente incontro del Management Smart Cells con la D.ssa Kurtzberg, abbiamo avuto modo di essere aggiornati circa i progressi raggiunti da questo importante centro di eccellenza americano, da sempre impegnato in studi e interventi terapeutici basati sull’utilizzo di sangue cordonale. Smart Cells ha infatti rilasciato diverse unità di sangue cordonale al centro della D.ssa Kurtzberg per il trattamento di paralisi cerebrale e autismo.

La Dssa Ann Smith, Direttore Scientifico di Smart Cells ci aggiorna quindi in merito all’impiego di staminali del cordone per trattare pazienti con sclerosi multipla.

È infatti certo che le terapie cellulari sono destinate a caratterizzare in modo significativo la medicina del 21° secolo. Negli ultimi 30 anni, abbiamo visto progressi eccezionali nel trapianto di cellule staminali. Il campo della medicina rigenerativa, in particolare, è in continua evoluzione sulla base dell’esperienza che emerge da studi clinici attentamente controllati.

Una di queste innovazioni, condotta dall’ équipe della Dr.ssa Kurtzberg, presso il Duke University Hospital, negli Stati Uniti, si è basata sull’impiego di trapianti con sangue cordonale per trattare bambini con alcuni disturbi metabolici ereditari che possono portare a danni, o addirittura alla distruzione della mielina, una guaina che ricopre e protegge le fibre del sistema nervoso.

L’équipe ha potuto dimostrare che i trapianti con cellule staminali del cordone possono favorire la rigenerazione della mielina in questi pazienti e sono stati in grado di identificare le cellule chiave all’interno del sangue cordonale atte a facilitare questo processo. Sono le cellule DUOC-01 e si possono riprodurre in laboratorio dal sangue cordonale.

È infatti risaputo che la sclerosi multipla è una malattia che provoca danni alle guaine mieliniche dei nervi encefalici e del midollo spinale attraverso un processo chiamato demielinizzazione. L’équipe della Dr.ssa Kurzberg ha ampliato il proprio lavoro per capire se le cellule DUOC-01 potessero essere d’aiuto ai pazienti con sclerosi multipla e hanno pertanto avviato uno studio clinico in Fase 1 che prevede iniezioni di DUOC-01 nel fluido cerebrospinale degli adulti affetti da una forma progressiva di questa malattia.

Per saperne di più:

 

 

Zulay e Paul Pogba, stella calcistica del Manchester United, sono in attesa del secondo figlio e, anche questa volta, hanno deciso di conservare le cellule staminali del loro piccolo con Smart Cells.

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Mentre continua a imperversare la pandemia di Covid-19, sono state avviate in tutto il mondo ricerche atte a identificare trattamenti innovativi che possano combattere i sintomi della malattia. La sorprendente versatilità delle cellule staminali mesenchimali è finita di recente sotto i riflettori nel trattamento dei pazienti COVID affetti da gravi complicazioni polmonari.

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Questo articolo si riferisce a ricerche i cui esiti sono stati pubblicati nel 2018 e le cui fonti sono citate in fondo.

Le cellule staminali si stanno rivelando un vero alleato nella battaglia contro la sclerosi multipla e la ricerca ad oggi evidenzia la capacità di queste cellule di rallentare gli effetti della malattia andando addirittura, in certi casi,  a riparare i danni arrecati. (altro…)

Luglio è il mese dedicato alla conoscenza degli utilizzi in ambito terapeutico del sangue cordonale ed è per questo che Smart Cells ha scelto di condividere i principi fondamentali che la contraddistinguono e i risultati ottenuti con i genitori che stanno valutando la possibilità, unica, di conservare le cellule staminali del loro bambino.

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Smart Cells International ha scelto di utilizzare il metodo SEPAX per la processazione del sangue cordonale in quanto la tecnologia impiegata è leader di settore, utilizzata e apprezzata in tutto il mondo nell’ambito della criopreservazione delle cellule staminali.

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E’ recente l’annuncio di un team medico-scientifico di Abu Dhabi relativo a una nuova terapia cellulare sperimentale per trattare i danni ai polmoni che possono verificarsi in seguito a un’infezione da Covid-19. Il metodo prevede il prelievo delle cellule staminali direttamente dal sangue di pazienti che presentano segni di complicanze ai polmoni e, in seguito a dei processi di laboratorio, vengono somministrate ai pazienti tramite inalazione.

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