L’anemia falciforme e la talassemia appartengono a un gruppo di patologie denominate emoglobinopatie. Alla base di queste malattie ereditarie, ci sono dei problemi di emoglobina, una proteina che contiene ferro e che si trova nei globuli rossi e ha il compito di trasportare l’ossigeno dai polmoni al resto del corpo. (1,2)
Qual è la funzione dell’emoglobina?
Ogni molecola di emoglobina ha una struttura quaternaria, cioè composta da quattro subunità, due subunità alfa e due subunità beta. Le unità vengono anche chiamate catene e trasportano le molecole di eme che a loro volta contengono ferro.
Ogni molecola eme ricca in ferro può legarsi a una molecola di ossigeno il che significa che ogni molecola di emoglobina è in grado di legarsi a quattro molecole di ossigeno. Le molecole di eme contenenti più ossigeno, ad esempio quelle nei globuli rossi che hanno appena raccolto ossigeno, sono di un rosso più vivo. Proprio per questo, il sangue ossigenato del sistema arterioso è di un rosso vivo mentre il sangue venoso deossigenato è di un rosso più scuro. Ogni globulo rosso umano contiene 640 milioni di molecole di emoglobina. (3)
Quali sono le malattie
Malattie come l’anemia falciforme e la talassemia diminuiscono la capacità del sangue di trasportare ossigeno e di farlo arrivare ai tessuti.
Talassemia, che cos’è ?
La talassemia è causata da un difetto nelle subunità alfa o nelle subunità beta dell’emoglobina. Ci sono diversi tipi di talassemia, alcune forme sono relativamente blande e altre gravi. Ogni anno nascono circa 100.000 persone con forme gravi di talassemia, perlopiù con ascendenza mediterranea, dell’ Asia Meridionale o africana.
I pazienti con una talassemia clinicamente rilevante producono un numero elevato di globuli rossi che hanno però livelli più bassi della norma di emoglobina e ne risulta così compromessa la capacità di trasportare ossigeno. Le forme principali di talassemia possono essere suddivise in alfa e beta. (4,5,6,7)
Alfa Talassemia
L’Alfa Talassemia, comune nella Cina Meridionale, nel Sud Est Asiatico, in India, nel Medio Oriente e in Africa, si verifica quando l’emoglobina non riesce a produrre abbastanza proteina globina alfa. Per produrre la proteina globina alfa sono necessari due geni di globina alfa, due da ogni genitore. La gravità della malattia dipende da quanti geni sono coinvolti.
. Alfa Talassemia minima, a volte chiamata silente o con tratto alfa talassemico si manifesta quando un solo gene è difettoso e non causa sintomi
. Alfa Talassemia minore significa che i geni difettosi sono due e portano a un’anemia blanda
. Malattia H dell’emoglobina significa che i geni difettosi sono tre e comportano una condizione anemica che dura tutta la vita
. Alfa Talassemia maggiore, o idrope fetale, causa un’anemia grave nel feto, non essendoci geni funzionanti, e ne determina la morte prima o subito dopo la nascita.
Beta Talassemia
La Beta Talassemia si verifica di solito in individui con origini mediterranee ed è prevalente nel Nord Africa, nell’Asia Occidentale e nelle Maldive. Come per l’Alfa Talassemia, la gravità della condizione dipende dal numero di geni mutati:
. Beta talassemia minore, un solo gene difettoso, e non produce sintomi se non lievi
. Beta talassemia maggiore comporta dei sintomi importanti, se non gravi, e necessita di trasfusioni frequenti di sangue che, a lungo termine, possono comportare un accumulo di ferro nel corpo.
Diagnosi di talassemia
Nei casi gravi, ma anche in quelli meno gravi, la malattia si manifesta verso i 2 anni di età. Nelle coppie in cui entrambi i genitori sono portatori con una sola mutazione genetica e nessun sintomo, possono non essere al corrente del difetto genetico fino a quando non hanno figlio.
E’ opportuno svolgere test del sangue e test genetici per verificare il livello di anemia e appurare il numero di geni difettosi. E’ possibile effettuare test prenatali per verificare se il feto è affetto da talassemia e di che grado.
Segni e sintomi della talassemia (possono variare in base alla gravità della condizione)
. itterizia e pallore
. affaticamento
. dolore al petto
. mani e piedi freddi
. mancanza di fiato
. crampi
. battito del cuore accelerato
. ritardo nella crescita
. deformità dello scheletro
. complicanze dovute all’accumulo di ferro dovuto alle trasfusioni, danni al fegato e al cuore
Trattamenti per la Talassemia
. le trasfusioni di sangue aiutano ad alleviare i sintomi dell’anemia
. la terapia di chelazione del ferro che comporta la rimozione del ferro in eccesso dal flusso sanguigno
. un trapianto di cellule staminali può essere appropriato nei casi più gravi e può diventare una cura. Si utilizza la chemioterapia per eliminare le cellule ematopoietiche danneggiate del midollo osseo che vengono poi sostituite con cellule staminali ematopoietiche sane provenienti da un donatore. Le cellule staminali possono essere reperite da un fratello o da un compatibile donatore esterno di midollo osseo, di sangue periferico (le cellule, per mezzo di farmaci, vengono fatte migrare dal midollo nel flusso sanguigno ) oppure da sangue cordonale (scopri perché conservare).
. la terapia genica la cui sicurezza ed efficacia è attualmente testata in studi clinici agli esordi. La tecnica comporta la rimozione di una parte delle cellule staminali ematopoietiche di un paziente e l’inserimento di un gene normale della beta globina nella cellula appropriata. Le cellule staminali, così ingegnerizzate, vengono poi infuse nuovamente nel paziente in seguito a trattamento chemioterapico distruggendo così le cellule difettose. I risultati ad oggi sono incoraggianti ma sono necessari ulteriori studi per comprendere e definire meglio il trattamento (8,9).
Anemia Falciforme : cos’è?
Nell’anemia falciforme, i globuli rossi presentano una deformazione caratteristica. Normalmente, i globuli rossi sono dischi flessibili biconcavi e si muovono con facilità all’interno dei vasi sanguigni, ma nell’anemia falciforme, i globuli rossi hanno una forma allungata, a mezzaluna, come una falce, da cui la malattia ne deriva il nome. Questa malformazione riduce la capacità dei globuli rossi di trasportare l’ossigeno ai tessuti in quanto non riescono a passare nei capillari che sono stretti.
Questa fase di blocco, nota come crisi falcemica, può essere molto dolorosa. Inoltre, i globuli falciforme sono fragili e possono rompersi riducendo così il numero di cellule che possono trasportare ossigeno. L’anemia falciforme è più comune nell’Africa Occidentale e in India (10).
L’Anemia falciforme : il difetto genetico
L’anemia falciforme è causata da una mutazione nel gene dell’emoglobina beta. Gli individui con questa malattia producono molecole di emoglobina S anomale che, a loro volta, rendono i globuli rossi rigidi, appiccicosi e a forma di falce impedendo così il normale scorrimento degli stessi nei vasi sanguigni. I bambini che nascono con questa condizione ereditano un gene difettoso da ogni genitore e se entrambi i genitori presentano questo difetto genetico, esiste una possibilità su quattro che ogni figlio nasca con la malattia (11, 12).
I portatori di anemia falciforme : il difetto genetico
I portatori hanno ereditato un gene normale e un gene con emoglobina S. Gli individui portatori di questo tratto genetico hanno pochi sintomi ma devono prestare attenzione a situazioni in cui si possono verificare riduzioni nell’approvvigionamento di ossigeno, come ad esempio durante un’anestesia generale, nelle immersioni, o nelle scalate in montagna. Gli individui di questo tipo possono trasmettere il gene malato ai loro figli (13).
Diagnosi
Gli esami del sangue possono rilevare la presenza di emoglobina S, la forma difettosa di emoglobina, in quanto i campioni di sangue di questi pazienti contengono un numero elevato di globuli rossi falciforme – il segno distintivo della patologia.
L’Anemia Falciforme è diagnosticabile con amniocentesi anche nel feto che si sta sviluppando. L’amniocentesi è una procedura in cui un campione di liquido amniotico che circonda il bambino viene prelevato per le analisi del caso. Con questo esame è possibile stabilire se un feto ha la malattia o se è portatore del gene dell’anemia falciforme.
Di recente, è stata messa punto una tecnica usata unitamente alla fertilizzazione in vitro, chiamata diagnosi genetica preimpianto. Questa tecnica permette ai genitori portatori della malattia di eseguire dei test sugli embrioni per identificare il gene difettoso prima dell’impianto e di impiantare embrioni esenti dalla patologia.
Segni e sintomi
. Anemia
. Periodici episodi dolorosi dovuti ai globuli rossi falciforme che bloccano il passaggio del sangue nei capillari (crisi vaso occlusive). Il dolore, che può anche essere importante, è uno dei sintomi principali dell’anemia falciforme, e si verifica di solito al petto, all’addome, alle giunture e alle ossa.
. Gonfiore doloroso delle mani e dei piedi
. Infezioni frequenti
. Ritardo nella crescita
. Problemi alla vista
. Ictus
Trattamenti
Fino a poco fa, le persone affette da questa patologia non superavano l’età infantile. Oggigiorno, grazie alle migliorate cure mediche, circa il 50% dei pazienti riesce a raggiungere o superare i 50 anni d’età.
. Fra i trattamenti di supporto, figurano gli antibiotici, gli antidolorifici e le trasfusioni di sangue
. L’utilizzo di un farmaco anti-tumorale a base di idrossiurea ha dimostrato di poter stimolare la produzione di emoglobina fetale, che normalmente si trova solo nei neonati. Questo farmaco previene la formazione a falce dei globuli rossi
. Il trapianto con cellule staminali è una forma accettata di trattamento per i casi più gravi e rimane l’unica possibilità di cura. Anche in questo caso, la chemioterapia è utilizzata per distruggere le cellule danneggiate e sostituirle con le cellule sane provenienti da donatore. Le cellule staminali possono essere reperite da un fratello o da un compatibile donatore esterno di midollo osseo, di sangue periferico (le cellule, per mezzo di farmaci, vengono fatte migrare dal midollo nel flusso sanguigno) oppure da sangue cordonale (14,15) (scopri perché conservare).
. La terapia genica sembra promettente e i ricercatori stanno valutando la possibilità di correggere il gene difettoso nel midollo osseo dei pazienti. Ai pazienti vengono successivamente somministrate di nuovo le loro cellule manipolate in seguito a trattamento chemioterapico ad alte dosi avente come scopo la distruzione del midollo osseo difettoso. Lo scopo è quello di ripristinare la produzione di emoglobina normale. Questo studio è da poco entrato a far parte dei trial clinici ma non vi sono ancora prove della sua efficacia (16).
Referenze