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Tra gli acidi grassi un alleato in gravidanza.
Dalla Direzione Scientifica di Laborest Spa, partner esclusivo per l’Italia di Smart Cells International.

Quando si parla di alimentazione corretta si pensa sempre che la riduzione della percentuale di grassi assunti sia uno dei primi obiettivi da perseguire. Se tale considerazione è corretta da un punto di vista energetico, dato che 1 grammo di grassi fornisce 9 kcal, molte di più rispetto alle 4 Kcal per grammo di carboidrati o proteine, è in ogni caso fondamentale comprendere, soprattutto durante la gravidanza, le differenze che esistono tra i diversi tipi di grassi, infatti vi sono lipidi di origine animale (grassi) e di origine vegetale (oli).

Si potrebbero fare molte classificazioni, ma in questa sezione analizzeremo semplicemente le differenze tra gli acidi grassi che formano i trigliceridi, ovvero uno dei principali componenti dei lipidi negli alimenti.

Gli acidi grassi possono essere saturi o insaturi a seconda della loro struttura chimica. I primi si trovano principalmente negli alimenti di origine animale (carne e derivati, uova, latte, burro e formaggi, strutto) ma anche in quelli di origine vegetale (olio di cocco e di palma). I secondi, gli acidi grassi insaturi, si dividono ulteriormente in base al numero di doppi legami nella struttura chimica, tra essi rivestono un ruolo importante nell’alimentazione i monoinsaturi, presenti nell’olio di oliva e nella frutta secca, e i polinsaturi omega-6 e omega-3, presenti soprattutto nei pesci. A questi ultimi vogliamo dare particolare importanza in questo articolo, proprio perché sono utili e consigliati durante la gravidanza.

Le migliori fonti alimentari di omega-3, fondamentali in gravidanza, sono il pesce azzurro, l’olio ed di semi di lino mentre quelle di omega-6 sono gli oli di semi, la frutta secca ed i legumi. Il rapporto tra ω-3/ω-6 dovrebbe essere1:3, oggi, la dieta dei paesi occidentali ha sregolato tale rapporto che ha ormai raggiunto un valore medio di 1:20. Per riequilibrare questo rapporto, può essere utile un‘integrazione alimentare a base di omega-3.

Durante la gravidanza un particolare acido grasso polinsaturo della classe degli omega-3 è fondamentale e essenziale, il DHA o acido docosaesaenoico. Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), gli adulti sono carenti di 100mg al giorno di DHA e tale deficit può risultare ancor più marcato durante la gravidanza, soprattutto nell’ultimo trimestre di gestazione. Il DHA rappresenta il 85% dei fosfolipidi di membrana del sistema nervoso centrale dove garantisce la fluidità, caratteristica determinante per l’ottimale trasmissione degli impulsi a livello dei neuroni.

Il feto non ha gli enzimi necessari per la sua produzione a partire dagli altri acidi grassi e dipende di conseguenza totalmente dalla mamma. Questa condizione permane fino allo svezzamento e la mamma cede tutto il proprio DHA al bambino rischiando a sua volta di sviluppare lei stessa una carenza di tale sostanza. È stato dimostrato, in alcuni lavori clinici, che il deficit di DHA può essere correlato a depressione post partum ed associato ad un aumentato rischio di parti pretermine e a un basso peso del neonato .

Inoltre,  il DHA è utile per il feto per lo sviluppo della retina, del cervello e di tutte le connessioni neuronali. Per tutti questi motivi, la raccomandazione per le mamme in attesa e per quelle che allattano, sostenuta da 7 organizzazioni scientifiche internazionali, è di assumere 200 mg al giorno di DHA. Gli integratori alimentari a base di DHA possono aiutare a integrare la carenza di questa molecola, rappresentando una fonte concentrata di tale acido grasso.

Un’altra categoria di acidi grassi che si formano durante i processi di trasformazione alimentare sono gli acidi grassi trans o idrogenati, particolarmente dannosi per la salute di tutti. È bene fare attenzione a queste molecole eevitare gli alimenti che li contengono (margarina, prodotti da forno e in alcune creme spalmabili).

È buona abitudine cercare questi ingredienti nelle etichette degli alimenti.

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