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Riassunto : un nuovo fattore isolato nel sangue cordonale potrebbe costituire la base per sviluppare nuovi farmaci atti a combattere infiammazioni pericolose.

Il nuovo fattore ha dimostrato di poter contrastare i segni di infiammazione e sepsi, come la febbre, variazioni nella frequenza respiratoria e la morte. Secondo questo studio (pubblicato on line il 6 settembre 2016 nel The Journal of Clinical Investigation), il fattore rimane in circolazione nel sangue dei neonati per circa due settimane dalla nascita e non oltre. Non è infatti possibile trovarlo in bambini più grandi o negli adulti.

Il Prof. Zimmermann, responsabile di Medicina Interna e autore della ricerca, insieme al Prof. Christian Con Yost di Pediatria e il team della University of Utah School of Medicine, dichiara “abbiamo trovato qualcosa di inaspettato che ci ha portato a creare nuove strategie terapeutiche che non esistevano prima”.

“ Il gonfiore, arrossamento e dolore che accompagnano traumi, distorsioni o punture di insetti indicano che il corpo tenta di difendersi, ma a volte l’infiammazione può creare seri danni ai tessuti sani. Si ritiene che una risposta infiammatoria eccessiva potrebbe celarsi dietro una serie di patologie più gravi come l’artrite reumatoide o la sepsi e portare a esito infausto.

L’équipe ha isolato un fattore di sangue cordonale chiamato Neonatal NET inhibitory factor (nNIF) in grado di inibire la produzione di una componente specifica della risposta infiammatoria. I NET normalmente aiutano il corpo a difendersi da infezioni batteriche e virus, ma possono anche danneggiare i vasi sanguigni e gli organi durante la sepsi, una reazione mortale del corpo all’infezione.   Il fattore appena scoperto consente di mantenere la risposta infiammatoria entro limiti precisi. L’équipe dovrà ora svolgere ulteriori studi per testare a fondo le proprietà terapeutiche del fattore nNIF.

Per verificare l’efficacia del fattore nNIF, il team ha trattato le cavie in modo diverso e si è potuto constatare che solo il 20 percento delle cavie non trattate è sopravissuto oltre 2- 4 giorni mentre del gruppo trattato col nuovo fattore è sopravvissuto il 60 percento per lo stesso periodo di tempo.
E’ molto interessante constatare che questo fattore è presente nel sangue cordonale e nella circolazione sanguigna del neonato solo per un periodo di due settimane dopo la nascita. La placenta contiene un agente simile, ma meno potente. La natura transitoria di questi fattori potrebbe indicare la necessità di mantenere sotto stretto controllo i processi infiammatori in questo periodo specifico.

E’ possibile che la natura abbia provveduto a mantenere sotto controllo il processo per evitare che il feto sviluppi una reazione difensiva nei confronti della madre che potrebbe essere percepita come un agente invasore esterno. E’ altresì possibile che il fattore sia utile al neonato per meglio tollerare l’impatto batterico con cui viene in contatto alla nascita e che sarà importante per la sua crescita.

Fonte : Università dello Utah, Settembre 2016

Christian C. Yost, Hansjörg Schwertz, Mark J. Cody, Jared A. Wallace, Robert A. Campbell, Adriana Vieira-de-Abreu, Claudia V. Araujo, Sebastian Schubert, Estelle S. Harris, Jesse W. Rowley, Matthew T. Rondina, James M. Fulcher, Curry L. Koening, Andrew S. Weyrich, Guy A. Zimmerman.

Neonatal NET-inhibitory factor and related peptides inhibit neutrophil extracellular trap formation. Journal of Clinical Investigation, 2016; DOI:

10.1172/JCI83873

https://www.sciencedaily.com/releases/2016/09/160906213900.htm

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