Leonardo e l’utero materno.
Come vi avevamo anticipato nell’ultimo Post sulla maternità nell’arte, Leonardo fu il primo a rappresentare la corretta posizione del feto nell’utero materno fra il 1510 e il 1512. I disegni di Leonardo sono oggi considerati la base della moderna rappresentazione anatomica e i suoi disegni tridimensionali di tendini, muscoli e arterie non sono poi così diversi dalle raffigurazioni dei tempi moderni prima del digitale.
All’epoca la dissezione dei cadaveri era vietata dalla Chiesa e non esistevano metodi efficaci per rallentare la decomposizione. Ne consegue che Leonardo era costretto a disegnare a lume di candela, in fretta, e a integrare con studi su animali e con testi esistenti le sue conoscenze anatomiche. Ad aiutare Leonardo in queste ricerche, che svolse a Milano, fu l’anatomista Marcantonio della Torre che morì a soli 29 anni e che si sarebbe poi dovuto incaricare della pubblicazione di un volume complesso con testi e centinaia di disegni.
Leonardo fu il primo a disegnare correttamente il feto umano, ma anche l’arteria uterina e, come Harvey e Hunter, 200 anni dopo, arrivò alla conclusione che esistevano due sistemi vascolari separati fra feto e utero. I disegni di Leonardo del cordone ombelicale erano corretti con i dettagli della vena e delle arterie. Leonardo smentì anche la teoria che l’utero avesse più scomparti per i parti gemellari, ma di contro non comprese il funzionamento del cordone ombelicale e la placenta che contiene il feto nel suo disegno sotto non era una placenta umana bensì la placenta di una mucca.
Leonardo aveva anche conoscenze botaniche e, in fondo ai suoi disegni del feto, si trovano schizzi di semi e bacelli e cotiledoni come se stesse raffrontando la natura umana a quella vegetale o animale.
Una vera meraviglia!
Fonte : The Embryo Project Encyclopaedia